venerdì 7 settembre 2007

Altrimenti che essere...


Come sempre ho preso il mio caffè davanti ai pomodori dell'orto, è cresciuta anche una melanzana e un peperone rosso; tutto va seguendo riti semplici e costanti del tempo, secondo regole precise e affascinanti..certo, non sarà della verdura appesa a provocare o scalfire l'intreccio di regole complesse e pesanti che tessono come un'arazzo i miei giorni, una melanzana non mi svelerà di certo il segreto della vita e della felicità, lo splendore dell'amore, la gioia di un sorriso..ma di sicuro non posso nascondere che riesce a suscitare in me una "reazione dia-logica" - reazione dialogica: di tutto ciò che fa slanciare sull'immensità di senso del mondo una o più particelle dell'uomo - l'orto non mi suggerisce di diventare una verdura, neppure un tubero che però mi affascina perchè almeno affonda nella terra..forse un fruttivendolo di senso? Non lo so, di certo è che il mondo mi piace davvero, l'uomo, per quante imbecillità compia nella sua vita, mi riesce sempre a suscitare un fascino incredibile, davvero tutto è ben fatto...e le parole? Beh, per le parole non so più che dire, quelle mi commuovono come un vecchio che riceve una visita dopo aver pensato di essere rimasto solo.. sono un miracolo potente della vicenda umana; c'è una parola ebraica: 'dabar' che è intraducibile (dicono..) ma ci posso provare: dabar: parola che, una volta pronunciata, fa quello che dice. Se c'è una parola con questo significato, vuol dire che ci sono parole che hanno questa potenza, ci sono parole più potenti dei gesti..Paolo di Tarso ha parlato di una parola che "è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore" (Eb.4,12). Questo vuol dire che uno schiaffo ben dato fa male fuori ma magari dentro non ha nessun effetto, ma una parola ha la potenza di arrivare lì, in quel luogo dell'essere al di la dell'essenza che è l'orecchio del cuore..Non le possono dire tutti parole così, la "parola vera" la possono dire e u-dire persone vere, il "silenzio vero" lo possono fare e ascoltare solamente coloro che sono in dialogo..aiuto, la trama si infittisce, non posso continuare a giocare con Loro (le parole), ho paura che poi non mi vengano più in soccorso..e un mendicante di senso come me, senza le parole come alleate, come fa? Oggi provo ad obbedire (ob-audire = piùcheascolto) alla lezione dei pomodori, non dicono ma parlano..beati loro!

mercoledì 5 settembre 2007

la scala

Oggi il freddo è arrivato. Mentre questa notte aggiungevo una coperta per sentire meno freddo, ho scoperto che proprio non mi dispiace che così, senza preavviso, senza chiedere il permesso ha ricominciato a soffiare il vento dell'inverno, quello vero, quello dalle montagne.. Un po' come l'amore, un po' come le parole..vanno, vengono, restano un poco e poi rimangono nel cuore dilatate dai ricordi. Così le stagioni, i giorni, i mesi, gli anni..ogni foglia che l'autunno fa cadere è una foglia in meno sull'albero o una in più a terra? Cosa me ne importa, poi...sono le parole il mio problema anche oggi, come da molti mesi a questa parte; ogni parola detta è una parola in meno nella mia testa o una in più nel groviglio della storia degli uomini? Ed è una parola di che dizionario? Quello a volumi infiniti intitolato "a vanvera", o quello mio che posso scarabocchiare ogni giorno con nuovi mondi di senso che si aprono sull'uscio di parole dette forse solo "così" come si sente spesso dire...povero dizionario che ho nella mia testa, messo in carta sarà grosso come l'orario dell'autobus, le altre parole le continuo a pescare da quello "a vanvera", dicono che funziona! Così anche oggi ho scelto di rifugiarmi in qulache dotta citazione per i dia-loghi che la vita mi ha servito. dotta citazione: parole di altre vite, che facciamo nostre per sentirci meno soli. Ecco che di nuovo mi sono messo a fare la mia sciocca guerra con le parole, ma non posso biasimarmi, aiutano a non raccontarsi, a parlare per tessere le trame della vita e dei pensieri che vorresti ma sai che non ti appartengono. Elefantesca illusione di dire una menzogna mascherata da verità o una verità mascherata con la menzogna. verità: colata lavica di silenzio in mezzo al bosco delle parole. In questi giorni più che mai mi sento mendicante sui sentieri della parola vera che cerco, data la definizione di verità allora forse cerco una parola che sia silenziosa, o il silenzio che si fa parola, o un silenzio parlante..No, non cerco il "silenzio vero" ma la "parola vera", mi sa che c'è un conflitto d'interessi..si potrà dire delle parole? Beh, da oggi si!conflitto di interessi:detto di parole i cui significati fanno vibrare le corde vocali nonchè le orecchie. Vattelapesca! La mia consapevolezza di essere un uomo munito di parola si sta facendo sentire, io non "so parlare", io HO la parola...mi sembra geniale, mi appartiene non in subappalto ma di proprietà. Occasione unica e irripetibile, cos'è a tal punto mio quanto me stesso?