giovedì 18 settembre 2008

la copertina di linus...

So che non è il mio genere...e non so da dove mi sia uscito sto pensiero, ma direi che qualcosa del genere era un'idea di quelle martellanti che mi ha turbato per tutta questa giornata, anche mentre spiegavo Dante...caspita!Ed è diventata un'immagine. Ma... e se fosse vero?


Non ci avevo proprio mai pensato come l'assenza delle parole VERE e soprattutto CHIARE possa condurre ad una sorta di "copertinaggio"... per "copertinaggio" intendo il servizio che a Linus fa la sua copertina: serve finché non serve più! Tanto dolce a vedersi ma quando si fa parte della scena direi che rischia di diventare tutto abbastanza patetico. Credo ci sia un momento in cui si fa chiaro che almeno in un ambito della vita qualcuno sta pensando che tu possa essere un soggetto copertinabile ideale... chiaramente non ti viene chiesta direttamente un'opinione sulla disponibilità; è quella chiara inchiarezza che rende tutto offuscato. Così, in un momento in cui ci si trova dal dormiveglia dello scorrere delle ore catapultati in un secondo di lucidità ci si accorge della propria posizione. sigh..too late! Sei già stretto tra le paffute e attaccaticce mani del linus di turno che senza il tuo permesso si è appropriato della caratteristica che probabilmente lo ha colpito di più al momento..la "copertinabilità" del tuo carattere! Il bello è che appena il portatore sano di coperte si comincia ad accorgere che lo stai beccando, proprio un attimo prima, ti mette in un angolino con il subdolo pensiero che potresti ancora mostrarti occorrevole, ma almeno tu non puoi neppure pensare o insinuare dubbi sulla santità della sua condotta immaccolata. Questa è la declinazione classica del problema, anche se ci sono delle patologie specifiche che aggravano il tutto. Una di queste, e credo la più classica e proficua per il linus-necessitante di coperte spregiudicato nell'essere sempre chiaro, sincero, amante del prossimo e degli altrui pensieri, è dove in mezzo c'è anche solo l'abbozzo di un qualche slancio vitale da parte della coperta...non lo so, tipo dei sentimenti? Boccone prelibato! Diventa una coperta ancora più accessibile perchè si potrebbe potenzialmente utilizzare anche per scopi che esulano da quelli di una coperta tipo: asciugamano, fazzoletto da naso, tappeto modello-zerbino-poco-reattivo, si potrebbe giungere fino al rotolone da bagno nei casi più disperati...Beh, mi pare un'ottima prospettiva! Devo tuttavia prendere le difese anche dei linus delle nostre vite... Alla fine loro si prendono solo ed esclusivamente quello che gli viene permesso di prendere, nulla di più e nulla di meno, e se ogni cosa viene danneggiata in proporzione al suo valore per una qualche costante di Murphy, allora fanno pure bene a piantare mucchi di coperte negli angoli. Il mio è un'appello a tutti quelli che non se la sentono di diventare dei linus e per intanto si accontentano di essere copertinabili...COPERTE DI TUTTO IL MONDO...UNITEVI!!


lunedì 15 settembre 2008

così l'amore..oggi

“il passato è storia, il futuro è mistero ma il presente è dono...”


Cogli questo piccolo fiore

e prendilo. Non indugiare!

Temo che esso appassisca

e cada nella polvere.


Non so se potrà trovare posto

nella tua ghirlanda,

ma onoralo con la carezza pietosa

della tua mano, e coglilo.


Temo che il giorno finisca

prima del mio risveglio

e passi l'ora dell'offerta.


Anche se il colore è pallido

e tenue è il suo profumo

serviti di questo fiore

finché c'è tempo, e coglilo.



R.T.

giovedì 11 settembre 2008

presente!

Già...quando si viene feriti non é facile pensare che sia per il meglio, o che le ferite possano diventare delle feritoie dalle quali sbirciare le verità più belle della propria vita che, solo un'esperienza di fatica, fa sorgere in tutto il loro splendore. È invece facile di-sperare, smettere di sperare, pensare che da un momento all'altro ti trovi davanti a tutta l'amarezza che ha il potere di gettare il fango sullo sforzo di rimanere in piedi che ti sei costruito giorno per giorno. Ma senza la porova dove sarebbe la salvezza?E chi sa godersi il tracciare una strada se non sapesse cosa vuol dire averla perduta almeno una volta. Chi ancora avrebbe il coraggio di vivere per sempre pensando di custodire tesori che dureranno per sempre e non sono soggetti all'usura del tempo? Ecco che d'improvviso ci si trova davanti tutta la propria infermità e piccolezza quando ci si accorge di non essere un mondo a sè, di non bastarsi mai, di traboccare di un'energia che per sua natura è oblativa...allora eccoli i trampolini della storia che ti invitano a gettarti nella mischia per gridare al mondo non tanto la tua potenza ma la tua semplice presenza. Dire "eccomi" in alcuni momenti della vita non è davvero facile...mancare all'appello però è peggio...cosa ci perdiamo? Cosa ci rischiamo nel non farci mai trovare pronti quando la felicità si affaccia alla vita e da sotto i nostri piedi la terra comincia a franare? ...No, non serve un centro di gravità permanente, ne basterebbe uno provvisorio per non rovinare definitivamente sul porfido delle fatiche e cercare un nuovo equilibrio..
Cavolo che confusione! Ma va più che bene...non mi ci posso cullare dentro ma mi sento terribilmente vivo e non benpensante! La gioia ha l'indirizzo dispari...basta cambiare lato della strada!

lunedì 8 settembre 2008

forse...intuizioni


Sono così tante le parole che abitano il cuore degli uomini...parole cariche del senso della storia dell'attimo che all'uomo di passaggio su questa terra sono concesse. Parole che svelano i sensi reconditi di una vita e che aprono, se sono "parole vere", la grande porta del silenzio dove la parola non è detta..neppure pensata..è la parola che vive nell'istanza del suo essere vissuta.
Forse è questo che permette ai sentieri eterni di entrare nel tempo e mettere la nostalgia nei cuori degli uomini di poterli ripercorrere risalendo la corrente degli aneliti che abitano quella parte delle vite umane senza nome.
Quando penso che ogni giorno è un giorno buono perché una parola vera possa essere pronunciata anche sulla mia vita faccio del mio meglio per tendere l'orecchio e riuscire a sentirla tra i rumori dei magazzini della mia mente sempre ingombri di scatoloni fatti per un trasloco che non si fa mai..ma poi mi rendo conto che è così rumoroso anche il mio silenzio schiacciato da tutte le note che ho infilato nella mia vita; è l'accordo che manca..quello che fa di note messe insieme una melodia, nei casi più belli una sinfonia da suonare sul pentagramma del tempo. Allora che fare?..ormai anche l'attesa è troppo carica di aspettativa. Forse è lasciarsi semplicemente svuotare da tutto la soluzione; non serve forse vuotare i cartoni, basta lanciarli fuori dalla porta grande, non serve occupare tutte le ore libere..basta farle occupare dalla vita che entra solo dove trova un posto per danzare.. non serve imparare ad accordare lo strumento che suona dentro ma lasciarlo suonare con il rumore del vento che soffia dove vuole, non dove lo conduciamo noi..forse la soluzione è ad un passo o forse è una nuova utopia. Ma tanto vale tentare..qual è il rischio più grosso che posso correre? che la felicità si affacci prepotentemente sul mio mondo corazzato e lo spogli della sua vana autosufficienza rendendolo forse spoglio ma pieno di luce allo stesso tempo?...oppure che il senso cominci ad animare le marionette che penzolano ordinatamente vuote sulle pareti imbiancate e le muova nella danza della vita?..si, forse ne vale la pena..